Sei triste o sei lontano?
Cari amici niente munnezza questa volta, soltanto i passi di un libro che ho riletto ieri al mare e che ha dato il titolo a questo blog.
"Perchè sei sempre triste? gli ho chiesto.
Non sono triste.
Si che lo sei.
Non è quello, mi ha detto. Mi ha detto che secondo lui la gente vive per anni e anni, ma in realtà è solo in una piccola parte di quegli anni che vive davvero, e cioè negli anni in cui riesce a fare ciò per cui è nata. Allora lì, è felice. Il resto del tempo è tempo che passa ad aspettare o a ricordare. Quando aspetti o ricordi, mi ha detto, non sei nè triste nè felice. Sembri triste, ma è solo che stai aspettando, o ricordando. Non è triste la gente che aspetta, e nemmeno quella che ricorda. Semplicemente è lontana. Io sto aspettando, mi ha detto.
Cosa?
Sto aspettando di fare ciò per cui sono nato."
8 Comments:
Non è certo un pezzo di grande letteratura, è pero un interrogativo che mi affascina, si è davvero nati per fare qualcosa? Beh certo ci sono casi lampanti che non lasciano dubbi...Maradona ad esempio era uno nato per stare in mezzo al campo di calcio, lì era vivo, lì tutto gli era chiaro, il mondo era racchiuso in quelle traiettorie, in quelle parabole...appena fuori dal campo la vita si confondeva, la felicità se ne andava e restava ad aspettare il rientro in campo o a ricordare quel gol, quella parabola.
Va bene, ma lo spazzino è nato per fare lo spazzino? l'operaio?l'ambulante? ....mmm non so? c'è qualcosa che non funziona in questa teoria, certo non è detto che sia il proprio mestiere quel qualcosa per cui si è nati. Io credo che i momenti in cui ci si sente vivi sono quelli in cui tu sei Dio, nel senso del creatore! Far nascere un bambino, un'opera d'arte, un libro,un quadro, una canzone, un'idea, un programma, un progetto, un palazzo, perchè no un blog ...
E' bella questa storia del libro, dell'interrogativo e della tua risposta. Dici bene, puntoeacapo, la propria professione per molti è solo un mezzo. Per alcuni si sposa con quello che hanno sempre desiderato fare nella vita, per altri non è così. Credo che ci sia al mondo per ciascuno di noi, una missione, seppur piccola, da compiere ma il problema - come dice il protagonista del libro - è capire fino in fondo a noi quale sia capitata.
Tu chiedi se siamo nati x fare qualcosa?... è questa una visione cristiana che nn mi appartiene e nn vi vede d'accordo! Pensare alla nostra vita come ad una missione + alta da compiere già programmata da Qualcuno che spesso e volentieri finiamo col raffigurare come una entità superiore?
No. Preferisco credere che la nostra natura individuale ci vede più portati verso alcune attività piuttosto che altre. Altrimenti finiremmo con l'essere tutti dei Don Chisciotte, che a preposito di tristezza il suo autore gli fa pronunciare queste parole illustri:
"Derivò da tutto questo sì eccessiva tristezza e tant'ira, che tenne tra sé questo ragionamento: —Non procede la tristezza mia, disse don Chisciotte, dall'essere caduto in tuo potere, valoroso Rocco, la cui celebrità non conosce limiti, ma n'è cagione l'essermi per soverchia trascuratezza lasciato cogliere da' tuoi soldati senza lancia, quando io era obbligato, conformemente alle leggi della cavalleria errante che professo, a vivere continuamente in attenta veglia per essere a tutte le ore la sentinella di me medesimo: perché voglio che tu sappia, o gran Rocco, che se trovato mi avessero sul mio cavallo con la lancia e con lo scudo imbracciato, non ti sarebbe riuscito sì agevole di fare che mi arrendessi; e basti il dirti ch'io sono don Chisciotte della Mancia, quegli che tutto l'orbe ha riempiuto di sue segnalate prodezze.»
Ah un appello x tutti gli amanti della lettura e delle biblioteche:
Il “Centro unico per la promozione della lettura” annunciato in questi giorni dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali non include biblioteche, scuole e associazioni. Firma la petizione, al sito: http://www.liberliber.it/
Tu chiedi se siamo nati x fare qualcosa?... è questa una visione cristiana che nn mi appartiene e nn vi vede d'accordo! Pensare alla nostra vita come ad una missione + alta da compiere già programmata da Qualcuno che spesso e volentieri finiamo col raffigurare come una entità superiore?
No. Preferisco credere che la nostra natura individuale ci vede più portati verso alcune attività piuttosto che altre. Altrimenti finiremmo con l'essere tutti dei Don Chisciotte, che a preposito di tristezza il suo autore gli fa pronunciare queste parole illustri:
"Derivò da tutto questo sì eccessiva tristezza e tant'ira, che tenne tra sé questo ragionamento: —Non procede la tristezza mia, disse don Chisciotte, dall'essere caduto in tuo potere, valoroso Rocco, la cui celebrità non conosce limiti, ma n'è cagione l'essermi per soverchia trascuratezza lasciato cogliere da' tuoi soldati senza lancia, quando io era obbligato, conformemente alle leggi della cavalleria errante che professo, a vivere continuamente in attenta veglia per essere a tutte le ore la sentinella di me medesimo: perché voglio che tu sappia, o gran Rocco, che se trovato mi avessero sul mio cavallo con la lancia e con lo scudo imbracciato, non ti sarebbe riuscito sì agevole di fare che mi arrendessi; e basti il dirti ch'io sono don Chisciotte della Mancia, quegli che tutto l'orbe ha riempiuto di sue segnalate prodezze.»
Ah un appello x tutti gli amanti della lettura e delle biblioteche:
Il “Centro unico per la promozione della lettura” annunciato in questi giorni dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali non include biblioteche, scuole e associazioni. Firma la petizione, al sito: http://www.liberliber.it/
Sarebbe già bellissimo sapere che è una sola e una sola la cosa per cui sono nata.
io il più delle volte sono triste nn perchè sto aspettando o ricordando, ma perchè sto pensando a tutte le altre vite che avrei potuto vivere oltre alla mia, a tutte le altre donne che avrei potuto essere, e che nonstante tutti i miei sforzi non potrò vivere perchè in tutti i bivii della vita sarò costretta ad aprire una porta e chiuderne un altra.
e la porta che si chiude e tutto ciò che contiene che mi fa rabbia.
ma invidio chi aspetta quello per cui è nato.
Ho sempre invidiato le persone che dicevano "nella vita voglio fare il medico" e poi la fanno davvero.
Io non solo non so per cosa sono nata.
Ma so per certo che sono nata per molte cose.
E che non potrò viverle tutte.
Ciao Judith,
il mio intento non era individuare un destino divino preordinato, che tra le altre cose non è solo cristiano, ma di tutte le religioni, e quindi del voler dar senso ad una vita, che probabilmente non ha un senso.
Il cardine del discorso era ...del sentirsi vivi!
Io non sempre mi sento vivo, il più delle volte, mi sento alienato...mi sento alienato quando sono in macchina in mezzo al traffico, spesso davanti alla televisione, a volte anche davanti al P.C., mi sento vivo quando sono Dio, quando creo qualcosa.
Riguardo a Don Chisciotte, ti volevo ricordare, come c'è scritto sualla maglietta che amorevolmente mi lavi e stiri sempre, che "Chi sogna di giorno conosce cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte" E. A. Poe.
Cara Lezita,
ben venuta in questa storia, e beh... chi non si è posto i tuoi interrogativi nella vita...se fosse stato...ma non sono mai stato così...putroppo ai bivi bisogna girare da qualche parte, e questa storia non si fa con "i se ed i ma", sarebbe bellissimo fermarsi tornare indietro, vedere che strada c'è dall'altra parte, poi magari se non piace, tornare ancora indietro...ma il tempo non si può fermare...che idea meravigliosa la macchina del tempo...comunque sono daccordo con te, e qualche tempo fa anche per me questo interrogativo era un cruccio, ora invece cerco di godermi la strada scelta e cerco di non pensare alle altre vite!
Anche perchè diventa dispersivo, ed io sono già abbastanza dispersivo...
Si, probabilmente lo e
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