Ci vuole una rivoluzione...non violenta!
Cari Amici, mi piace sempre iniziare così i post...mmm potrei iniziare anche con Cari Compagni, nel senso di compagni di viaggio...oggi ho letto l'ennesimo articolo dell'Espresso sulla realtà Napoletana, e poi avevo letto questo, e poi questo e poi quest'altro. Insomma c'erano tutti gli elementi per cadere in uno stato di depressione ed affogare nella disillusione totale e nell'impotenza. Qual'è effetto di questa raffica di verità svelate? Certo, se vuoi risolvere un problema devi prima comprenderlo, conoscerlo, capirne le cause ed in questo Saviano e gli altri ci aiutano ...ma mi sembra che ci si fermi sempre qui.
Non si vedono orizzonti futuri, sogni da perseguire...credo che una spinta, una forte spinta, se pur illusoria, ci vuole per uscire da questa merda...altrimenti affogheremo, mentre ci lamentiamo delle cose che non vanno.
Non possiamo essere spettatori passivi della nostra fine!
Io nel mio piccolo cerco di fare il mio dovere! "Dovere".Una parola inusuale, in un'Italia in cui quasi tutti s'affrettano a rivendicare "diritti" (a uno stipendio qualunque, a un sussidio, a una protezione, a una sicurezza, a una garanzia...) e quasi nessuno si pone il problema di cosa si debba fare, di quale sia l'interesse collettivo, di come si declini concretamente una responsabilità. Dovere, dunque. Come primato. E non interesse personale, esigenza individuale e familistica, privilegio di corporazione. Dovere come fondamento dell'etica. E senso di responsabilità collettiva.
E mi piacerebbe che Napolitano a Capodanno faccia un discorso tipo quello che fece Ciampi nel 2002: "Ai giovani rivolgo un augurio: continuate a sognare, a guardare lontano. E' un'abitudine che, dopo 81 anni, non ho ancora perduto. Se siete convinti di avere un'idea giusta, per migliorare il mondo in cui vivete, perseguitene la realizzazione, con tenacia, sempre nel rispetto delle libertà di tutti".
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