Povera scuola ...povera patria
La scuola è sempre più povera e precaria
Tutto il mondo universitario e scolastico è sceso in piazza per esprimere il proprio dissenso nei confronti dell’ennesima Finanziaria che penalizza inesorabilmente il Sistema formativo e della ricerca. Affermava il programma dell’Unione: “…lotta ad ogni forma di precarietà, con l’immediata copertura di tutti i posti vacanti, immettendo in ruolo coloro che già lavorano nella scuola e agevolando coloro che si sono formati in questi anni.” Peccato che le immissioni in ruolo per l’anno scolastico 2006/07 siano state solo 20mila per il personale docente e di 3.500 per il personale ATA: gli stessi numeri già autorizzati da Berlusconi. A partire dal 1 settembre sono andati in pensione circa 45.000 lavoratori: il Governo Prodi, quindi, non ha rispettato nemmeno il fisiologico turn over, e con l’aumento del numero degli studenti, l’Amministrazione ha assunto con contratto a tempo determinato più precari dell’anno scorso, superando le 200mila unità, mentre i precari del personale ATA sono 90mila, quasi la metà della pianta organica. Ora tra quei 200.000 c'è anche la mia Judith. Ma più che parlare dell'annoso problema del precariato, vorrei parlare delle storture che la burocrazia e le leggi creano. Insomma, Judith da settembre insegna come supplente in una scuola del Padovano, da settembre con i suoi 24 alunni aveva avviato una programmazione, creato un rapporto, conquistato l'affetto e la fiducia...ma il contratto che le avevano fatto come scadenza portava la dicitura "fino ad avente diritto". Cosa significa? Significa che al Ministero entro novembre in pieno anno scolastico avrebbero aggiornato le graduatorie provinciali, graduatorie che le scuole avrebbero dovuto riscorrere fino all'avente diritto. Il risultato di questo meccanismo perverso è stato che Judith si è trovata costretta ad accettare un contratto di supplenza presso un'altra scuola, perdendo il lavoro fatto sino ad oggi e l'affetto dei ragazzi ..per non parlare dei poveri 24 alunni, che oggi alla notizia l'hanno salutata, l'hanno abbracciata, qualche bimba piangeva, le hanno regalato i loro ultimi temi, insomma un addio strappa lacrime in piena regola.
Tutto il mondo universitario e scolastico è sceso in piazza per esprimere il proprio dissenso nei confronti dell’ennesima Finanziaria che penalizza inesorabilmente il Sistema formativo e della ricerca. Affermava il programma dell’Unione: “…lotta ad ogni forma di precarietà, con l’immediata copertura di tutti i posti vacanti, immettendo in ruolo coloro che già lavorano nella scuola e agevolando coloro che si sono formati in questi anni.” Peccato che le immissioni in ruolo per l’anno scolastico 2006/07 siano state solo 20mila per il personale docente e di 3.500 per il personale ATA: gli stessi numeri già autorizzati da Berlusconi. A partire dal 1 settembre sono andati in pensione circa 45.000 lavoratori: il Governo Prodi, quindi, non ha rispettato nemmeno il fisiologico turn over, e con l’aumento del numero degli studenti, l’Amministrazione ha assunto con contratto a tempo determinato più precari dell’anno scorso, superando le 200mila unità, mentre i precari del personale ATA sono 90mila, quasi la metà della pianta organica. Ora tra quei 200.000 c'è anche la mia Judith. Ma più che parlare dell'annoso problema del precariato, vorrei parlare delle storture che la burocrazia e le leggi creano. Insomma, Judith da settembre insegna come supplente in una scuola del Padovano, da settembre con i suoi 24 alunni aveva avviato una programmazione, creato un rapporto, conquistato l'affetto e la fiducia...ma il contratto che le avevano fatto come scadenza portava la dicitura "fino ad avente diritto". Cosa significa? Significa che al Ministero entro novembre in pieno anno scolastico avrebbero aggiornato le graduatorie provinciali, graduatorie che le scuole avrebbero dovuto riscorrere fino all'avente diritto. Il risultato di questo meccanismo perverso è stato che Judith si è trovata costretta ad accettare un contratto di supplenza presso un'altra scuola, perdendo il lavoro fatto sino ad oggi e l'affetto dei ragazzi ..per non parlare dei poveri 24 alunni, che oggi alla notizia l'hanno salutata, l'hanno abbracciata, qualche bimba piangeva, le hanno regalato i loro ultimi temi, insomma un addio strappa lacrime in piena regola.
Ma al di là dei sentimentalismi che purtroppo non fanno parte di questo mondo cosa ci guadagna la didattica da queste procedure assurde? I ragazzi ora si vedranno piombare in pieno anno scolastico un'altra insegnante, con un altro metodo, con un altro carattere. Insomma non va bene secondo me, ci perdono tutti! Ci perdono i ragazzi, ci perdono gli insegnanti, ci perde la scuola, ci perde la nostra Povera Patria!
Etichette: chene sarà di noi, povera patria, scuola
1 Comments:
Grazie tesoro per questo articolo. Mi coglie sul vivo e mi emoziona!
Ho trovato sulla rete queste informazioni molto interessanti.
Mi sembra corretto poter fare un giusto confronto tra la Scuola italiana e quella delgi altri paesi.
E' curioso saper che l'Argentina è stata, insieme all'Uruguay, il primo Paese latino - americano a promuovere un'alfabetizzazione di massa paragonabile a quelle dei Paesi industrializzati: nel 1895, il 53,5% della sua popolazione era analfabeta, nel 1980 tale percentuale si era ridotta al 6% e nel 1992 era scesa al 3,8%, valore tra i più contenuti di tutto il continente americano. Nello stesso anno, il 95% dei bambini frequentava la scuola elementare.
L'istruzione pubblica, gratuita dalle elementari all'università, ha goduto di maggiore prestigio rispetto a quella privata fino a quando l'attuale amministrazione Menem, in carica dal 1989, ha tagliato in modo consistente i fondi federali per 'insegnamento. Così oggi in Argentina si rivolgono alle scuole pubbliche (sostenute da limitatissime risorse e con docenti sottopagati) soprattutto le famiglie economicamente disagiate (30-35% della popolazione).
L'educazione privata (cattolica, inglese, italiana, francese, tedesca) è l'unica oggi in grado di garantire un'educazione moderna. Accanto alle scuole private qualificate, si sono moltiplicati però istituti di scarsa serietà, che operano nella quasi totale mancanza di controllo da parte dello Stato.
Questo mi lascia pensare al nostro sistema. Oggi, in Italia, vantiamo la migliore istrituzione scolastica europea. Da fare impallidire gli americani che riscontrano un forte aumento del fenomeno di ritorno all'analfabetismo.
Mi chiedo anche la nostra scuola sarà smantellata, segendo la sorte di quella Argentina?
Sempre in Argentina il sistema scolastico in vigore fino al 1996 si divideva in un livello prescolastico di due anni (non obbligatorio) e un ciclo elementare obbligatorio detto "primario" della durata di sette anni. Il ciclo "secondario", o superiore, non era obbligatorio e durava da cinque a sei anni. Al compimento delle elementari veniva rilasciato il certificato di licenza della "escuela primaria", alla fine delle superiori il certificato della "escuela secondaria".
Di questo sistema non si è salvato nulla. Inoltre l'attuale sistema di valutazione del profitto scolastico viene stabilito a livello nazionale, ma il docente ha una grande discrezionalità nella sua applicazione.
I ragazzi vengono valutati con una scala da 1 a 3 o nominalmente "superó" (buono), "aleanzó" (sufficiente) e "no alcanzó" (insufficiente) . Non sono previsti esami di fine anno. In passato, alle elementari si promuoveva con la "sufficienza" e alle superiori si valutava con una scala da 1 a 10 (e la soglia per la promozione era il 6). . Non esistono esami di maturità per l'ottenimento del diploma finale di studi superiori.
Perchè noi italiani con una struttura così ben organizzata, quale la nostra, non riusciamo nè a trovare una collocazione come insegnanti nè a garantire la normale prosecuzione delle attivià didattiche all'inizio del mese di dicembre?Io oggi eredito una cattedra lasciatami da colleghi senza alcuna indicazioni: senza registri compilati, nè compiti corretti, nè programmi svolti, nè piani di studi individuali compilati!
Ma non serve dire ci vuole piu'coscienza morale, ci vuole solo piu' buon senso e consapevolezza di essere parte di un ingranaggio. Anche il nostro piccolo movimento corretto contribuisce!... e che cazzo!
... e poi si riempono la bocca col bullismo... ma questa è un'altra storia!
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